Grande partecipazione venerdì pomeriggio nella Sala consiliare del Comune di Scandicci all’incontro “Solidarietà e legalità contro tutte le mafie” promosso dalla Sezione Soci Unicoop Firenze di Scandicci. L’iniziativa ha visto infatti la presenza non soltanto di ospiti attesi arrivati da fuori regione, come il parroco di Polistena (Rc) Don Pino De Masi e il presidente della cooperativa Valle del Marro Domenico Fazzari, ma anche di esponenti delle associazioni e autorità civili e religiose, con il tessuto cittadino pienamente rappresentato.
Ad aprire questa profonda occasione di riflessione sui temi della legalità, moderata dal consigliere della Fondazione Il Cuore si scioglie Claudio Vanni, è stato il sindaco di Scandicci Sandro Fallani, che ha richiamato le parole pronunciate proprio qui nel 2011, al raduno dei Giovani di Libera, da Don Luigi Ciotti quando, nei confronti della criminalità organizzata, esortava a passare da un atteggiamento passivo ad uno attivo, dal tempo di “commuoversi” a quello di “muoversi”. Per Fallani è giunto il momento di abbandonare l’idea di un localismo della mafia: “Quella di oggi è una mafia di seconda e terza generazione – ha detto il sindaco – che va isolata e combattuta con gli strumenti della conoscenza, dell’approfondimento e dello scambio, della formazione e dell’informazione, investendo sulle opportunità che derivano dalla riconversione economica dei territori confiscati e sulla possibilità di un lavoro onesto e pulito”. Il presidente della Sezione Soci di Scandicci Adriano Sensi ha ripercorso il recente viaggio di una delegazione a Polistena, in provincia di Reggio Calabria. Qui la Fondazione Il Cuore si scioglie ha contributo alla restituzione alla comunità locale di un palazzo confiscato alla ‘ndrangheta, che è diventato un centro polifunzionale intitolato a Padre don Pino Puglisi e rappresenta un importante luogo di aggregazione in particolare per i giovani (al suo interno c’è anche un ambulatorio di Emergency). “Un’opportunità per conoscere da vicino una realtà in cui un gruppo di giovani si impegna con coraggio sul proprio territorio – ha affermato Sensi -. Dobbiamo dare il nostro aiuto in quelle terre in cui il pericolo è più percepibile, ma allo stesso tempo è importante che anche dalla Calabria arrivino qui delle testimonianze: aiutando loro aiutiamo noi”.
E a Polistena ha sede anche la Cooperativa sociale Valle del Marro – Libera Terra, la prima cooperativa nata sulle terre confiscate in Calabria, con cui la Fondazione Il Cuore si scioglie sta portando avanti il progetto “Lavoro e integrazione – le coop degli uomini liberi” attraverso cui si finanziano borse-lavoro per gli immigrati, dando loro l’opportunità di un impiego degno e di sottrarsi allo sfruttamento e alle maglie del caporalato.
A ricordare l’incontro tra Unicoop Firenze e la realtà della Valle del Marro, due comunità tra le quali cui si è costruito negli anni un fortissimo legame, è stata la presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze e della Fondazione Il Cuore si scioglie Daniela Mori, “Abbiamo sostenuto la cooperativa intervenendo soprattutto da un punto di vista sociale, portando cioè in visita tantissimi giovani delle scuole toscane, per far conoscere loro questa realtà e accrescere la sensibilità rispetto a questi temi”. Le infiltrazioni criminali, ha proseguito Mori, “arrivano anche qui e non ce ne accorgiamo, per questo bisogna avere un atteggiamento attento e responsabile ed essere reattivi, a partire dai nostri comportamenti quotidiani”. Se è importante, “come fa Coop attraverso il progetto ‘Buoni e Giusti’, tenere sotto controllo le filiere a maggiore rischio illegalità e garantire a chi acquista che i prodotti sono realizzati nel rispetto dei diritti dei lavoratori, allo stesso tempo occorre creare occasioni di inclusione e di coesione sociale, come avviene ad esempio con il progetto delle borse-lavoro per gli immigrati”.
Domenico Fazzari, presidente della cooperativa Valle del Marro, è andato indietro nel tempo a quando, nel 2003, si presentò la possibilità di un’applicazione concreta della legge 109 del 1996 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati. “C’era una grande opportunità – ha detto Fazzari – : la libertà di poter restare nella propria terra e contribuire a migliorarla”. E con riferimento al rapporto con la popolazione immigrata, il presidente della cooperativa Valle del Marro ha aggiunto: “Gli immigrati non sono un problema ma una risorsa per contribuire a creare una cultura alternativa a quella mafiosa”.
A portare l’esperienza diretta della lotta quotidiana alla criminalità, del coraggio e dell’impegno per il cambiamento è stato anche il parroco di Polistena Don Pino De Masi, che ha citato le parole pronunciate pochi giorni fa del procuratore capo di Reggio Calabria Cafiero De Raho in audizione alla Commissione antimafia: “Nel territorio di Reggio Calabria – aveva detto De Raho – le istituzioni sono fortemente isolate, da un lato perché vi è una popolazione totalmente soggiogata dalla forza di intimidazione della ‘ndrangheta, dall’altra perché c’è confusione, non si sa con chi ci si rapporta e questo determina distanza tra popolazione e istituzione”. “Anche in altri territori – ha sottolineato Don De Masi – c’è una mafiosità di comportamenti che assume segni diversi. Quello della mafia è un problema di tutto il Paese. Le mafie non sono altro da noi, ma una parte del nostro mondo. C’è una Calabria che spara e una Calabria che spera, e nei nostri territori abbiamo da tempo imparato che bisogna lavorare per il cambiamento”.
All’iniziativa hanno portato il proprio contributo anche il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani e il coordinatore regionale di Libera Don Andrea Bigalli, che ha ricordato come in Toscana siano oltre 100 i beni confiscati alla criminalità, tra cui la tenuta agricola di Suvignano a Monteroni d’Arbia. Numeri che danno l’idea di un fenomeno tutt’altro che lontano dalla nostra regione, ma allo stesso tempo pongono di fronte a nuove sfide e battaglie culturali, nel momento in cui quei beni, una volta completati i relativi iter giudiziari, potranno essere restituiti alla cittadinanza.
Nella foto in alto, da sinistra a destra, il presidente della Sezione Soci Unicoop Firenze di Scandicci Adriano Sensi, la presidente di Unicoop Firenze Daniela Mori, il sindaco di Scandicci Sandro Fallani, il consigliere della Fondazione Il Cuore si scioglie Claudio Vanni, il parroco di Polistena Don Pino De Masi, il presidente della Cooperativa Valle del Marro Domenico Fazzari. Nell’ultima foto il coordinatore regionale di Libera Don Andrea Bigami e il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani.