La sua forma è quella di una treccia, di un “abbraccio”, ad esprimere i valori dell’unione, della cooperazione e della solidarietà. L’impasto contiene una percentuale più elevata di olio rispetto a una baguette tradizionale e i chicchi di sesamo distribuiti in superficie conferiscono un gusto particolarmente gradito. Stiamo parlando del Pane Shalom, letteralmente “Pane della Pace”, nato nel 2003 a Loumbila in occasione dell’apertura, accanto ad un orfanotrofio, del primo forno-pizzeria frutto della collaborazione tra Unicoop Firenze e Movimento Shalom nell’ambito delle iniziative di solidarietà del progetto “Il Cuore si scioglie”.
Tra i suoi ideatori c’è Marco Ponticelli, category manager forneria di Unicoop Firenze, che ha preso parte a diverse missioni in Burkina Faso, che negli anni hanno visto la partecipazione di decine di dipendenti della cooperativa . “Decidemmo di inventare un prodotto nuovo rispetto alla baguette, consumata in Burkina – ricorda Ponticelli –. Una ricetta vincente, tant’è che lametà degli introiti per il panificio deriva da questo prodotto”. L’esperienza è stata ripetuta con il secondo forno inaugurato a Fada ‘n Gourma nel 2012. “Visto il successo ottenuto dall’iniziativa – prosegue Ponticelli – l’idea fu quella di mettere in vendita il Pane Shalom, a partire dal dicembre 2013, nei supermercati di Unicoop Firenze, destinando parte del ricavato a finanziare la realizzazione di nuovi panifici in Africa”.
Oggi il Pane Shalom si può trovare in oltre 80 punti vendita della cooperativa (quelli in cui è presente il forno ventilato per la cottura della baguette), realizzato da Cerealia e confezionato in un sacchetto dedicato. Acquistandolo si contribuisce a sostenere la cultura della solidarietà attraverso la costruzione di nuovi panifici: di qui lo slogan Il pane che aiuta il pane.
Proprio in vista dell’apertura di un terzo forno a Koupela, la cui inaugurazione è prevista all’incirca per metà ottobre, è nata una nuova collaborazione tra Movimento Shalom, Fondazione Il Cuore si scioglie e, per la prima volta, la Comunità di San Patrignano. Qui, dove è presente un laboratorio per la produzione di pane e pasticceria, gestito dai ragazzi coinvolti nel percorso di recupero e reinserimento, sono stati ospitati dai primi di maggio alla metà di giugno Hasmado e Ferdinand, due giovani futuri panettieri burkinabé, per apprendere le principali tecniche di panificazione. E per imparare, appunto, la ricetta del Pane Shalom.
“A distanza di diversi anni dalla prima
esperienza possiamo affermare che la formula di abbinare la realizzazione di un panificio ad un’attività sociale, nel caso di Koupela affiancherà una scuola materna, è un modello che funziona – afferma Luca Gemignani, direttore del Movimento Shalom – perché offre la possibilità di svolgere un lavoro dignitoso rimanendo in loco, e allo stesso tempo consente di garantire la sostenibilità ad alcune strutture sociali”. La partnership con la comunità di San Patrignano rappresenta certamente un valore aggiunto perché “associa una situazione di uscita dal disagio – aggiunge Gemignani – ad un’esperienza di formazione in uno dei Paesi più poveri del mondo”. Nella fase di avviamento del forno saranno infatti proprio alcuni dei ragazzi di San Patrignano, insieme ad operatori e dipendenti Unicoop, a recarsi per alcuni giorni in Burkina, per portare avanti l’esperienza di formazione nel segno della solidarietà e dell’integrazione.