Il Macramè è un merletto a nodi. È un termine derivato dalla lingua araba mahramatun (fazzoletto) e poi importato in Italia dai marinai che dalle colonie approdavano al porto di Genova.
“Per continuare la tradizione legata alla produttività di questo luogo, quest’anno ci siamo concentrati sulla valorizzazione della ceramica, materiale tipico di Montelupo, una zona che fa parte della nostra sezione. Ecco che allora abbiamo pensato di fare dei supporti per vasi con le corde annodate con il Macramè”. Stiamo parlando con Maria Assunta, socia della sezione di Empoli. Accanto a noi grosse fioriere ciondolano sonnecchiando nei loro supporti nodosi.
“Nella nostra società ci stiamo scordando dell’importanza della manualità. Il Fare permette alle persone di scoprire nuovi interessi e passioni e aiuta a stare insieme. Anche per chi fa altri lavori, mettersi con pazienza a intrecciare corde è un’attività diversa e rilassante. E poi è artigianato di qualità, grazie alla guida artistica delle sorelle Guarducci (le designer del Progetto) ci sentiamo più sicure e libere di inventare, perchè a dicembre alle persone che donano i propri soldi noi vogliamo dire “Grazie” con oggetti personali che raccontano il nostro impegno. Spesso al mercatino scopriamo proprio la meraviglia negli occhi delle persone che si aspettano di trovare roba di poco conto, essendo tutta una produzione di volontari e invece vedono i banchini e capiscono che anche dentro i nostri oggetti c’è la ricerca della perfezione”.
(Foto di Rebecca Lena, Studio Riprese Firenze)
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