“Tutto deve ricominciare e tutto è già ricominciato”, ha detto questo Carlo Petrini, prima di lasciare il World Camp e dopo aver fatto un intervento molto critico e polemico nei confronti di un Paese (il nostro) e un sistema globale (definito “criminale”) che hanno deciso di trattare il cibo come una merce speculandoci sopra e danneggiando suoli, biodiversità e salute pubblica in nome del profitto.
Nonostante l’intervento davvero poco ottimista, il presidente di Slow Food ha voluto chiudere con un messaggio che ci ricorda quante persone, gruppi e associazioni siano già corse ai ripari, creando delle alternative. “Il problema – afferma – è che siamo come un fiume carsico. Dobbiamo rafforzarci e poi forse si accorgeranno di noi”.
Il World Camp 2014 è stato un pensatoio e uno spazio d’incontro per 38 giovani provenienti da tutta Italia che per motivi di studio, lavoro o interesse personale si sono appassionati al tema del cibo e al rapporto tra produzione alimentare e territorio. Tra di loro, studenti di economia, agraria, comunicazione, design per i servizi e alcuni rappresentanti di imprese già strutturate (come ad esempio, Rural Hub).
Da domenica 27 a mercoledì 30 aprile hanno abitato gli spazi del Dynamo Camp, partecipando a sessioni più teoriche con esperti di marketing e sviluppo sostenibile (tra cui Vanni Codeluppi, sociologo della comunicazione e Paolo Ricotti, fondatore di Plef) e laboratori pratici (c’è stato quello sulle erbe spontanee a cura di Paciamama, la cooking class sul pesce povero a cura dello chef Maurizio Marsili e quella sul pane raffermo con la chef Benedetta Vitali).
I momenti di riflessione sono stati sempre molto attivi, anche grazie alla presentazione di molti casi studio: Azienda Agricola Montepaldi, Birrificio Pedavena, Macelleria artigianale Savigni, Cooperativa sociale Valle del Marro, Alimentare Dynamo Camp, Gnammo, Mète e la Caritas di Lucca.
Dopo aver raccolto questi spunti, l’ultimo giorno i partecipanti hanno lavorato a gruppi per provare a sviluppare delle possibili nuove idee di business sostenibile. Ad ispirarli c’erano i rappresentanti di tre “soluzioni alternative” già esisitenti: Adama Sanneh (Table For Two), Pierpaolo di Carlo (GAS), Leonardo Piras (Grow The Planet) e Marco Albani (McKinsey & Company).
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