“E’ passato più di un anno, però ricordarsi che qualcuno è morto nel 2012 perché era nero è una cosa che fa venire la pelle d’oca.”
(Pape Diaw, 5 novembre 2012, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto “Sostegno al Senegal”)
Un anno e mezzo fa a Firenze due ragazzi senegalesi, Mor Diop e Samb Modou, venivano uccisi da un militante dell’estrema destra.
Qualcuno sostiene che si sia trattato del gesto folle e isolato di un pazzo. Altri hanno parlato di un episodio di razzismo. Quello che è certo è che non doveva accadere.
Ma come sostiene Pape Diaw, specificare chi è: “la crisi è un’ottima occasione di partenza”.
E sicuramente lo è stato l’evento del 13 dicembre 2012 quando, a un anno dalla strage, Firenze è scesa di nuovo in piazza per commemorare la morte dei ragazzi senegalesi.
Da allora, la cittadinanza con il supporto di Fondazione Il Cuore Si Scioglie, Comune di Firenze, Regione Toscana, Arci e CGIL si è impegnata in un’operazione di raccolta fondi a sostegno dei villaggi di origine di Diop e Modou.
Dalla manifestazione del 13 dicembre in ricordo delle vittime è stata raccolta una parte di soldi che andrà in donazione ai villaggi di provenienza dei due ragazzi senegalesi uccisi, per costruire due scuole medie e un ospedale.
L’iniziativa di solidarietà e la raccolta fondi son state realizzate da Unicoop Firenze insieme alla Fondazione Il Cuore si scioglie, Arci e Cigl toscana. Proprio in questi giorni alcuni rappresentanti delle organizzazioni si sono recati in Senegal per portare alle comunità e alle famiglie delle vittime i soldi raccolti.
Ma il viaggio è stato soprattutto un modo per conoscere le mogli, i figli, i fratelli e gli amici delle vittime e per dimostrare loro tutta la solidarietà che solo una vicinanza reale può dare.
Sono state organizzate feste con musica e balli per ringraziare i donatori e dare una seconda possibilità a Firenze, e a noi tutti, e soprattutto per far sì che Diop e Modou non siano morti invano.
(Il racconto del viaggio in Senegal, in un articolo e in un video di Repubblica).